• La chiesa di San Francesco, edificata tra 1234 ed il 1240, a soli otto anni dalla morte di Santo d’Assisi, detiene il primato di fondazione francescana più antica delle Marche. Costruita extra muros, nel piano cosiddetto di Sant’Angelo diverrà punto di riferimento attorno cui si avvierà la ricostruzione della città avvenuta nel 1289. Mirabile esempio di gotico medio appenninico, l’edificio si sviluppa ad unica navata con copertura a capriate lignee a due falde, presentando i caratteri di austerità e rigore tipici dell’architettura francescana. L’abside poligonale, scandita esternamente da una teoria di archi a tutto sesto culmina con un ornato ad archetti fittili che si armonizza perfettamente con lo slanciato campanile cuspidato in cotto. Ad accogliere il fedele, il raffinato portale marmoreo che reca nella lunetta un deteriorato affresco attribuito all’eugubino Guido Palmerucci raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Giovanni Battista. Dell’originaria decorazione murale, obliterata a seguito della scialbatura del 1579, rimangono preziosi brani pittorici, che trovano l’apice nell’ornamento a fresco del catino absidale, esempio eloquente di arte trecentesca centro-italiana, che la critica ha attribuito a Mello da Gubbio. Le cappelle che ritmano lo spazio di navata presentano significative opere pittoriche e scultoree. Nel primo altare a destra dedicato a Sant’Antonio campeggia la statua del santo francescano con il bambino. Nel terzo altare a destra che custodisce le reliquie del Beato Giovanni Saziari, si trova la pala di Gaetano Lapis raffigurante Il miracolo della neve (1730). Dall’altro lato sul secondo altare con dedica a San Francesco si dispiega il maestoso altare in marmo finemente scolpito dai fratelli Finale con scene della vita del Santo. Nel primo altare a sinistra possiamo godere di una ben riuscita opera di Raffaellino del Colle raffigurante una Sacra Conversazione, di chiara ascendenza raffaellesca, realizzata attorno al 1540 su committenza della famiglia Pierfranceschi, in ringraziamento per la scampata peste. Anche la chiesa di San Francesco, come molti altri istituti religiosi del territorio, subì un pesante saccheggio ad opera dei napoleonici, venendo privata di opere di grandissimo valore storico-artistico ora presenti in alcuni dei maggiori musei italiani. Citiamo a tal proposito il prezioso polittico di Nicolò del Liberatore detto l’Alunno (ora alla Pinacoteca di Brera) che doveva essere di ornamento all’altare maggiore, la monumentale tela raffigurante Sant’Antonio di Simone Cantarini (ora presso la sacrestia della Chiesa di San Lorenzo a Milano) e la splendida Madonna con bambino tra  San Geronzio, Santa Maria Maddalena e donatori di scuola Baroccesca commissionata dalla nobile famiglia dei Berardi (ora a Roma di proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni). In controfacciata sulla cantoria conclude il percorso di visita il più antico organo delle Marche attribuito all’emiliano Baldassarre Malamini e da farsi risalire agli ultimi decenni del ‘500. 

  • San Francesco